Questa domanda sorgerà spontanea in chi si accosta per la prima volta al mare magnum delle certificazioni di lingua.
Cambridge Assessment English è una sezione no-profit dell’Università di Cambridge ed una divisione del gruppo Cambridge Assessment, che si impegna a diffondere la conoscenza della lingua inglese in tutto il mondo.
Imparare l’inglese è qualcosa di più delle semplici procedure d’esame e delle griglie di valutazione: si tratta di acquisire la giusta sicurezza in fatto di comunicazione per poter accedere a quelle esperienze ed opportunità in grado di arricchire la nostra esistenza.
Le certificazioni Cambridge sono riconosciute a livello mondiale da oltre 20,000 università, aziende e organizzazioni statali, tra le quali spiccano i nomi di Sony, Bayer, American Express, l’università di Warwick , l’Australian Government Department of Immigration and Border Protection (DIBP) e molti altri ancora.
Non vogliamo annoiarti con i numeri, ma riesci ad immaginare quante persone scelgono Cambridge ogni anno per certificare il proprio livello di inglese? …5,5 milioni!
Grazie a questo metodo puoi avere la reale misura delle tue abilità linguistiche.
Perché saper parlare non basta.
Cambridge, infatti, ti permette di conoscere concretamente ed in maniera dettagliata ogni sfaccettatura della tua conoscenza dell’inglese: dalla lettura alla scrittura, dall’ascolto allo “Use of English”, per finire poi con la conversazione – traguardo tanto bramato quanto sofferto, che necessita imprescindibilmente di tutte le altre skills integrate ad esso.
Tutto questo sarà il tuo biglietto d’ingresso per vivere, lavorare e studiare all’estero.
Riassumendo… ecco le 7 ragioni per scegliere Cambridge English:
- Sviluppa le abilità dell’inglese realmente utili
- Certifica un ampio spettro di livelli e registri
- È riconosciuto per vivere, lavorare e studiare all’estero
- Si avvale del supporto di risorse indispensabili all’apprendimento e all’insegnamento
- È internazionale e disponibile in tutto il mondo
- È sicuro, affidabile ed equo
- È supportato dalla Ricerca di prim’ordine
Insomma, ci stai ancora pensando?